Piccola guida alla costruzione di uno stringivita.
Piccola guida alla costruzione di uno stringivita.
Prima parte
Poco
tempo fa, mi sono imbattuta in un progetto abbastanza ostico e impegnativo e che per
questo richiedeva particolare attenzione: la realizzazione di
uno stringivita.
Il bozzetto era
stato disegnato e colorato, mancavano solamente le direttive tecniche e
il corretto procedimento sartoriale per realizzarlo.
In mio soccorso è giunto un libro di testo inglese “The basics of corset building” (di Linda Sparks edito da St. Martin’Press): è stato pensato appositamente per principianti risultando semplice e conciso ma nel contempo preciso e sistematico. Mi sono trovata molto bene e il metodo ha prodotto un risultato apprezzabile senza intoppi.
In questo tutorial propongo uno dei metodi presenti nel libro senza alterazioni: le tecniche presenti non sono quindi una mia iniziativa ma provenienti dal testi sopracitato. Per curiosità e ulteriori riferimenti ho anche utilizzato “Corsets: Historical patterns and Techniques”(di Jill Salen edito da Batsford press) che fornisce indicazioni molto utili sui cartamodelli dei corsetti dal 1700 al 1900.
La foto che segue è il risultato di questi due validissimi testi:
Iniziamo subito con l'elencare i materali che ho impiegato per la realizzione del corsetto:
- tessuto esterno di gabardine di cotone, leggermente
elasticizzato.
- fodera di puro lino con stampa provenzale.
- teletta adesiva
- traversini in contrasto.
- stecche: 6 in ferro trattato e 4 in plastica dura.
- busk in metallo (per il centro davanti).
- occhielli smaltati
- cordino per chiusura
- principali utensili da falegname (lima, punteruolo,
martello)
- materiali per cucire generici (aghi, filo in tinta, ditale
ecc.)
Il prototipo
Tra i prototipi che era possibile realizzare seguendo le
indicazioni di “The basics of corset building” ho scelto il corsetto semplice
foderato. Era possibile limitarsi soltanto alla realizzazione di uno corsetto
mono-strato, applicando le canaline delle stecche sul retro.
Di fatto però, la presenza della fodera migliora enormemente la vestibilità e il confort del corsetto, dando un risultato più gradevole ed appagante.
Di fatto però, la presenza della fodera migliora enormemente la vestibilità e il confort del corsetto, dando un risultato più gradevole ed appagante.
Nei corsetti la vestibilità, è intesa diversamente rispetto
agli abiti tradizionali e solitamente si classifica a zero. Questo significa
che le misurazioni saranno “pulite” ovvero senza l’aggiunta di agio.
Procedimento
Procedimento
Sdifettato il modello si procede con il taglio: il
cartamodello è diviso a metà per la specularità del corpo. Quindi per ogni
tessuto la proporzione dei pezzi è questa:
- 2x n. pezzi tessuto esterno.
- 2x n. pezzi fodera.
Doppiando il tessuto e facendo combaciare internamente il
diritto si ottengono con un solo taglio tutti i pezzi di ciascuna stoffa, tessuto e fodera.
Due passaggi fondamentali sono la intaccatura (posizionameno delle tacche) e la numerazione (numerazione dei pezzi).
Il corsetto che ho scelto è composto soltanto da 4 pezzi per lato che risulta il numero minimo per un corpino modellato. Di norma, i corsetti possiedono molti più pezzi per parte, molto somiglianti tra loro, che rende molto complicata la loro confezione se non si ha chiarezza di dove ciascuno deve essere posizionato.
Il corsetto che ho scelto è composto soltanto da 4 pezzi per lato che risulta il numero minimo per un corpino modellato. Di norma, i corsetti possiedono molti più pezzi per parte, molto somiglianti tra loro, che rende molto complicata la loro confezione se non si ha chiarezza di dove ciascuno deve essere posizionato.
La numerazione (che consiste nel numerare le parti per stabilirne
il verso e il turno) è quindi un’operazione fondamentale per non rischiare di
rovinare i pezzi dovendo scucirli per errori grossolani di posizionamento.
Insieme a questo passaggio fate attenzione anche a realizzare le tacche nei punti strategici: in questo caso, dato che lo stringivita non ha la porzione del seno, ho fissato una tacca solo a livello della vita.
NB: Per tacca si intende un piccolo taglietto di 2 o massimo 3 mm circa perpendicolare al margine di cucitura, di norma indicato nel cartamodello, necessario affinchè i pezzi combacino esattamente nei punti corretti al momento dell'assemblaggio. Soprattutto con stoffe elastiche, con pezzi particolarmente lunghi (negli abiti per esempio) oppure con porzioni con agi differenti (sul giromanica e sulla rispettiva manica sono presenti di norma almeno 2 tacche) l'intaccatura è un'operazione necessaria affinchè si abbia una confezione corretta e gradevole, senza brutte sorprese a metà dell'opera...
Insieme a questo passaggio fate attenzione anche a realizzare le tacche nei punti strategici: in questo caso, dato che lo stringivita non ha la porzione del seno, ho fissato una tacca solo a livello della vita.
NB: Per tacca si intende un piccolo taglietto di 2 o massimo 3 mm circa perpendicolare al margine di cucitura, di norma indicato nel cartamodello, necessario affinchè i pezzi combacino esattamente nei punti corretti al momento dell'assemblaggio. Soprattutto con stoffe elastiche, con pezzi particolarmente lunghi (negli abiti per esempio) oppure con porzioni con agi differenti (sul giromanica e sulla rispettiva manica sono presenti di norma almeno 2 tacche) l'intaccatura è un'operazione necessaria affinchè si abbia una confezione corretta e gradevole, senza brutte sorprese a metà dell'opera...
Appena compiute queste operazioni, è possibile rimuovere la carta velina del modello e procedere
alla surfilatura mediante taglia-cuci del tessuto e della fodera in modo che non sfilaccino sui bordi.
Ora i pezzi sono pronti.
In questa operazione bisogna fare attenzione a lasciare i corretti spazi per gli occhielli, non scucendo la righetta a macchina ma lasciandoli appositamente. All’esterno, una volta appiattita la cucitura, si ribatte a 0.3 mm dal bordo in modo da fermare la piega: anche in questa operazione bisogna fare estrema attenzione a lasciare gli appositi spazi (aiutarsi con degli spilli per marcare i vuoti).
2) La prima operazione di confezione è l’applicazione del
busk.
Si tratta di due stecche metalliche a cui sono applicati bottoncini a fungo e ganci. Il procedimento è di fatto molto laborioso ma il busk permette
differenti vantaggi: un’apertura comoda e veloce senza rimuovere dal centro
dietro il cordino, un’ottima rifinitura e infine un sostegno ulteriore sul
centro davanti in quanto composto da 2 stecche metalliche.
Si inizia sempre dalla parte occhiellata poiché il suo
assetto ci darà riferimento per il posizionamento della parte bottonata.
Per prima cosa è necessario unire sulla linea del centro
davanti, tessuto e fodera. In questa operazione bisogna fare attenzione a lasciare i corretti spazi per gli occhielli, non scucendo la righetta a macchina ma lasciandoli appositamente. All’esterno, una volta appiattita la cucitura, si ribatte a 0.3 mm dal bordo in modo da fermare la piega: anche in questa operazione bisogna fare estrema attenzione a lasciare gli appositi spazi (aiutarsi con degli spilli per marcare i vuoti).
Successivamente si inserisce la stecca occhiellata e si imbastisce in modo che
stia ben ferma in loco.
Per il secondo lembo, si uniscono sempre tessuto e fodera,
ribattendo al diritto a 0.3 mm. Si fanno combaciare parte destra e sinistra per
prendere le corrette misure dei bottoncini: una volta segnati si adopera il
punteruolo per realizzare i fori attraverso cui usciranno i pomelli.
Questa operazione deve essere effettuata solo con un
punteruolo o con una matita non appuntita: sono assolutamente da evitare le
forbici perché comprometterebbero l’integrità del tessuto, lacerando i fili
di ordito e trama. Il punteruolo (che viene impiegato per questo motivo nel ricamo a Punto Inglese) invece allarga semplicemente le fibre: quando il
busk bottonato viene posizionato e i "fughi" inseriti nei fori, le fibre si stringono intorno ai bottoni
stabilizzando l’intera stecca.
Una volta ultimato questo passaggio, si provvede a
imbastire anche la seconda stecca.
Fine prima parte...
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