Il Gambeson


Abbiamo visto fino ad ora come il ramo del costume araldico sia intrecciato fortemente con il costume militare: quest’ultimo in particolare, si prefiggeva la massima efficacia in battaglia insieme a un’efficienza produttiva mirata ad abbattere costi e a migliorare le prestazioni. Perchè fare questa precisazione?
Vedremo che la necessità di rendere performante un capo di vestiario militare ha portato alla creazione di una vero e proprio abito civile, il celeberrimo doublet o farsetto, e che ha la sua origine nello jupon e nel pourpoint.
Facciamo un passo indietro: e’ necessario specificare che il mestiere delle armi e nel dettaglio quello del cavaliere, era un lavoro di prestigio, non solo in quanto ruolo sociale, ma in quanto l’attrezzatura richiedeva l’investimento di un ingente capitale per il suo acquisto e per la sua manutenzione nel tempo.
La realizzazione di una cotta di maglia, come in generale tutte le attività artigiane pre-industriali, era un lavoro molto impegnativo e laborioso e di conseguenza costoso: sebbene la cotta di maglia offrisse una buona protezione in battaglia costituiva un acquisto fuori dalla portata di molti soldati.
I nobili, i cavalieri e i alti graduati erano in grado di affrontare questi ingenti costi ma la maggior parte dei commilitoni erano costretti a ricorrere a protezioni più leggere nel caso i loro signori o i loro protettori non provvedevano a equipaggiarli.[1]
Per questa casistica si ricorreva a un gilet fittamente trapuntato, realizzato in tessuto oppure in cuoio, chiamato “jack” e che costituiva la forma più semplice ed economica di protezione del corpo. La sua forma era molto similare agli elementi vestiari che si indossavano sotto la cotta di maglia o con i quali la cotta veniva assicurata.
Nel caso in cui questa forma di abito veniva indossata con un’armatura più pesante era chiamata appunto “gambeson o aketon”.[2]
E’ importante specificare che la presenza di questo supporto, diffuso nell'XI e XII secolo risultava determinante nel mestiere del soldato per diversi motivi: infatti oltre a fornire più comfort nell’indossare l’armatura, sembra fosse abbastanza tenace da permettere di ammortizzare e smorzare la forza d’impatto dei colpi di lancia e spada.[3] Senza di esso il soldato non poteva comunque essere direttamente ferito, ma la sua assenza poteva portare a traumi o alla perdita dei sensi.
Per questa ragione a volte, venivano indossati due gambeson: uno come base per l’armatura e l’altro sopra l’armatura.
Che fosse in cuoio oppure in tessuto trapuntato, il gambeson era a volte rinforzato con placche di metallo nei punti più vulnerabili, migliorando il grado di protezione ma aumentando però di peso e raggiungendo prezzi di realizzazione maggiori.[4]
Nel XIV secolo, il gambeson, seguiva parallelamente la forma del "cotihardie", abito attillato di varie fogge sia maschile che femminile in voga in quel periodo, vestendo aderente al corpo e conosciuto come jupon.
Lo jupon era tenuto aderente alla figura da un'allacciatura sul fianco o sul dietro, i bordi inferiori erano spesso decorati con frappe (chiamate "dagges")[5]: lo strato più esterno del gambeson poteva essere costituito da satin, velluto o altri tessuti costosi e nel tempo si aggiunse l'usanza di decorarli con i simboli della casata di colui che lo indossava.[6]
Durante la prima parte del XV secolo lo jupon cadde in disuso come abito militare. I cavalieri apparvero in armatura di piastre completa: ritroviamo lo stesso indumento nell’abbigliamento civile come giacca aderente, opportunamente imbottita sul petto e sulle spalle chiamata “pourpoint[7].

Guida alla realizzazione di un Gambeson.

Come abbiamo visto, un gambeson poteva avere sia la funzione di abito base per l’armatura che costituire una vera e propria copertura: a seconda della funzione che ricopriva e dal grado di resistenza che si desiderava, era confezionato mediante la sovrapposizione di più strati.
Solitamente era costituito da due o più strati, i quali venivano trapuntati in modo diversificato per ottenere degli interstizi, i quali venivano imbottiti più o meno fittamente con vari materiali quali per esempio crine e lana.

 (to be continued ;) )



[1] Martin Dougherty, The medieval warrior, Lyons Press, 2008, pag.51
[2] Martin Dougherty, The medieval warrior, Lyons Press, 2008, pag.52: L'autore specifica che alcuni storici hanno fatto una distinzione tra questi due elementi, sostenendo che quello che funge da base si chiami aketon mentre quello indossato sopra sia il gambeson, ma non è chiaro quale fosse l’uso prevalente nel medioevo.
[3] Herbert Norris, Medieval costume and Fashion, Dover publications, (Usa, 1999), pag. 322
[4] Martin Dougherty, The medieval warrior, Lyons Press, 2008, pag.52
[5] Herbert Norris, Medieval costume and Fashion, Dover publications, (Usa, 1999), pag. 322
[6] Martin Dougherty, The medieval warrior, Lyons Press, 2008, pag.52
[7] Herbert Norris, Medieval costume and Fashion, Dover publications, (Usa, 1999), pag. 323

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